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È nell'effetto delle cose e non nella causa che questa raccolta di poesie prende forma. Nel turbinio inquieto e passionale di una vita vissuta "in giro ed in me stesso". Non hanno la presunzione di spiegare niente, ma trasmettono, fanno vedere; sono colori - smorzati e soffusi - di parole su muri di carta, che vibrano nella penombra e liquefano sul corpo. Carni Raccolte nasce dall'esigenza di mostrare un'azione ed una reazione alla vita dove Marco Verrillo non subisce più il quotidiano e lo scorrere del tempo, ma l'aggredisce, si fa spazio in se stesso dilatandolo. Qui l'artista viene raccolto "come acqua da bere" dalle mani di Susanna, musa e compagna di vita, alla quale deve gran parte dei versi di queste poesie. Poi c'è Napoli non più come topos archetipico, bensì come sud del mondo, metafora di una vita che muta "come il mare nelle conche di Sorrento".